La danse du destin

Sarajevo, 12 ans après
ritratti

Amir e l’albero sradicato

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Hajric Amir, 22 anni, vive nel sobborgo di Sarajevo Dobrinja, che durante la guerra era proprio sulla linea del fronte. Questa zona era stata completamente distrutta e la vegetazione era scomparsa, Il legno degli alberi tagliati era usato per riscaldarsi. Oggi hanno piantato nuovi alberi e Amir, che è diventato un giovane dal fisico atletico, da prova della sua forza le della sua ‘agilità, e vuole diventare allenatore di calcio. Gli edifici sono stati riparati e ne sono comparsi di nuovi.
Quando ho mostrato la foto di Amir in strada nessuno l’ha riconosciuto. Era passato troppo tempo. Solo un vecchio maestro di scuola, Skender Kulenovic, ricordava ancora il nome di quel ragazzo esuberante. Il suo indirizzo era sconosciuto. Chi meglio di un postino poteva guidarmi? Così mi arrischio a bussare ala porta della famiglia Hajric. Il ragazzo era cresciuto, ma il suo viso mi era familiare. Tutta la famiglia divertita e commossa si è riunita intorno a questa vecchia foto.
“Mi chiamo Amir. Come puoi vedere, molte cose sono cambiate…

Amer, il migliore fisarmonicista durante l’assedio

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Nel caso di Amer tutto faceva pensare a un promettente futuro di fisarmonicista. Era il migliore fin da ragazzo. Poi, dopo la guerra, la fortuna gli ha girato le spalle.
“Mi chiamo Amer Hodjic. Ho trent’anni. Quando mi hai fatto vedere la foto mi sono venuti in mente tanti ricordi. Era stata scattata durante la replica di un concerto di fine anno alla scuola di musica. La mia vita è cambiata tanto negli ultimi 12 anni. Ho terminato gli studi nel 1995, poi ho partecipato a un concorso di musica popolare a Istambul, dove sono arrivato quarto migliore fisarmonicista. Allora ero convinto che quello che avrei dovuto fare nella vita fosse comporre e suonare e che tutto il resto avrebbe dovuto passare in secondo piano. Con il tempo mi sono reso conto che avrei dovuto lottare per ricostruire la mia vita e riuscire a cavarmela. Vedo che tutti, oggi, confidano nel proprio lavoro solo per guadagnare e dimenticano qualsiasi altra cosa , e soprattutto vogliono dimenticare il passato. Guardare al futuro è bene, ma non per dimenticare. C’è un episodio che mi ha segnato la vita dopo la guerra. Un banale, ma grave incidente d’auto. Mi sono rotto la testa, ambedue le gambe e le costole. Sono stato sei mesi all’ospedale. Per colpa di questo incidente non ho potuto continuare la scuola di musica perché le mie dita non riuscivano a suonare come prima. Detto questo, ho avuto la fortuna di trovare un lavoro in contatto con la musica e lavoro alla televisione come responsabile delle trasmissioni musicali. La musica è ancora al centro della mia vita.