La danse du destin

Sarajevo, 12 ans après

Jasmine nel bunker, durante i bombardamenti

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Nella primavera del 1994 Jasmine aveva otto o nove anni e stava in un rifugio di Cengik Vila aspettando la fine dei bombardamenti. Oggi non c’è più nessuna traccia del rifugio nel quartiere ma la custode di una scuola l’ha riconosciuta. Ha sviluppato un carattere forte e ambizioso e parla correntemente l’inglese; ha lavorato per alcune organizzazioni internazionali e si è impegnata in programmi per l’assistenza ai bambini traumatizzati dalla guerra. Jasmine si è forgiata un caratterino pepato, è critica nei confronti dei giovani della sua generazione che, a sentir lei, mancano di iniziativa e cercano la vita comoda.
“A Sarajevo la maggior parte dei giovani è abituata a autocommiserarsi: niente lavoro dunque niente denaro, ma tutto quello che sanno fare è rimanere seduti ai tavoli dei bar aspettando passivamente che qualcosa cominci a cambiare.

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