La danse du destin

Sarajevo, 12 ans après

Namik e la sua pecora

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Namik non va più a zonzo con la sua pecora. Per mancanza di mezzi, Namik vive ancora oggi con i genitori e lavora come autista di taxi. Gli piacerebbe cambiare lavoro. Malgrado la precarietà non si abbatte, conserva un briciolo di humour e la speranza di cambiare lavoro prima o poi.
“Ho finito di studiare e poi ho trovato un lavoro come autista di taxi. Hai notato che ti hanno indicato dove abito ma che è stato difficile trovarmi in casa! Lavoro 12 ore al giorno e in un mese posso prendere solo 2 giorni di riposo. Oggi è uno di quei giorni. Hai avuto fortuna a trovarmi. Comunque non posso lamentarmi troppo. Conosco tanti giovani che non riescono a trovare lavoro. Siamo in una situazione di transizione e dovremo aspettare ancora qualche anno per vedere miglioramenti evidenti nella vita di tutti. La gente preferisce andare a piedi o usare il tram o il bus piuttosto che prendere il taxi, perché non ha soldi … Spero che la società per la quale lavoro non chiuda, perché la concorrenza è forte. Sento che ci sarà un futuro qui, nella mia città. Per questo non ho mai pensato di emigrare all’estero. Sogno l’Italia, la Francia, la Grecia, ma solo per passarci una o due settimane di vacanza. E’ solo una questione di tempo, poi le cose andranno meglio. I giovani hanno bisogno di una vita migliore. In fondo, possiamo sorridere dopo tutto quello che abbiamo passato”.

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