La danse du destin

Sarajevo, 12 ans après

Le bambine di Bistrik

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Le quattro bambinette giocavano tranquillamente nell’erba, sulla collina, al riparo dai cecchini. Oggi sulle colline intorno alla città l’erba è ricresciuta abbondante e nessuno ci va più a giocare. Per fortuna incontrai un’anziana donna che riconobbe Amra e Leila nella foto. Sono tornate a Grbavica, nelle loro case. Le ho cercate all’Università e nei lori quartieri ormai ricostruiti. Sono riuscito a trovarle. Stupite, mi hanno aiutato a trovare le altre due bambine e grazie all’impegno di familiari e amici , ecco riunito il gruppetto. Ma c’è una cosa che ancora mi colpisce in questa storia: da quel periodo le bambine non si sono più frequentate e non si ricordavano neanche i nomi delle compagne di giochi.
Elvira: “Ho finito il corso di farmacia, ma sto per iscrivermi a Giurisprudenza. Domani è capodanno Io e Merima non vediamo l’ora di rivederci. Grazie alla foto e alle tue ricerche rieccoci insieme come 12 anni fa.”
Amra: “Com’è cambiata la nostra vita! Le nostre famiglie sono tornate presto alle loro case e c’eravamo davvero perse di vista. E’ davvero incredibile, una magia che tu ci abbia fatto ritrovare … Siamo così cambiate. Grazie ai nostri genitori, che ci hanno riferito i nomi delle nostre compagne di gioco, le abbiamo potute ritrovare: da sola non ci sarei mai riuscita. É un segno del destino… “
Merima: “Io studio alla facoltà di Studi Islamici. Perché il velo? Nessuno me lo ha imposto. Nella mia famiglia la religione non ha un posto così importante. Un giorno ho sentito che dovevo intraprendere questo cammino. Spero di aver fatto la scelta giusta. E tu Amra, se ho capito bene prosegui i tuoi studi di criminologia …

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